Il Parco Naturale Regionale di Veio, con i suoi 14.984 ettari, è il quarto parco per estensione del Lazio che comprende ben nove Comuni: Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano, Sacrofano ed il XV° Municipio del Comune di Roma, quest’ultimo con una superficie di 7.000 ettari ricopre quasi la metà dell’area protetta; un territorio dove le componenti naturalistiche e storico-culturali si fondono in un paesaggio di notevole valore paesaggistico e storico – culturale.
Il Parco si inserisce nel settore nord della capitale andando a lambire il confine della Riserva Naturale dell’Insugherata. A ovest confina con il Parco Naturale di Bracciano – Martignano e a nord con il Parco Naturale della Valle del Treja.
Questa cintura verde intorno a Roma produce un effetto mitigante sul clima e garantisce una continuità dell’ambiente naturale, a tutela della biodiversità. Il Parco di Veio, pur avendo subito in passato processi di urbanizzazione, risulta nel complesso ancora integro ed ha quindi conservato un elevato valore paesaggistico.
Il territorio del Parco può vantare una storia antica, risultato del susseguirsi di popolazioni diverse (Etruschi, Falisci, Romani) e dell’instaurarsi di variegati modelli insediativi: dai villaggi di capanne preistorici, ai borghi fortificati medievali, alle ville romane e rinascimentali, sino ai casali agricoli dell’ultimo secolo. Tra l’VIII ed il V sec. nacque e si sviluppò la celebre città etrusca che i romani chiamavano Veii, la città più meridionale d’Etruria, tradizionale rivale di Roma.
Veio controllava un vasto territorio (Agro Veientano) confinante a nord-est con l’ampia regione abitata da Falisci e Capenati ai confini con la Sabina, a nord-ovest con la zona dominata dalla città etrusca di Kaisra (poi Caere Vetus – oggi Cerveteri), mentre a sud comprendeva i terreni lungo la sponda destra del fiume Tevere. Il motivo principale del conflitto che si sviluppò ben presto tra Veio e Roma fu il controllo sugli approdi commerciali lungo il Tevere e le saline, poste alla sua foce, che nell’antichità costituivano una risorsa vitale per l’alimentazione di uomini ed animali e per la conservazione del cibo. La guerra fu lunga e con alterne vicende. Tra gli episodi meglio noti si ricorda la celebre battaglia intrapresa nel 477 a.C. dalla famiglia romana dei Fabii contro Veio, in seguito all’uccisione di Quinto Fabio da parte dei veienti. Lo scontro si concluse con il massacro dei 306 Fabii, caduti in un’imboscata organizzata dai nemici nei pressi del fiume Crèmera. Ancora, si racconta dell’uccisione di quattro ambasciatori romani ad opera del Re veiente Lars Tolumnius, vendicata da Aulo Cornelio Cosso che riuscì ad uccidere il re etrusco, conducendo trionfante le sue spoglie a Roma. Dopo un assedio descritto con tratti leggendari simili alla celebre presa di Troia, durato secondo la tradizione dieci anni, nel 396 a.C. il dittatore Marco Furio Camillo prese e distrusse definitivamente la città.